La gestione della paura nel setting: non farti bloccare, ma usala per comprendere ciò che non conosci

a cura di Elisa Desciscio

“Ad impossibilia nemo tenetur.
Nessuno è tenuto a fare l’ impossibile”

Brocardo latino

La gestione della paura nel setting: non farti bloccare, ma usala per comprendere ciò che non conosci.

Può accadere, che durante il percorso lavorativo di un operatore sanitario della riabilitazione, ci si possa trovare a gestire all’interno del setting situazioni che vanno oltre la richiesta della propria capacità professionale e che coinvolgono gli aspetti emozionali.

Spesso nella nostra esperienza lavorativa ci capita di avere in trattamento pazienti che, per diverse cause diagnostiche, possono sembrarci ingestibili perché assumono comportamenti aggressivi verso l’operatore e verso sé stessi.

Questo può proiettare l’operatore in uno stato di grande angoscia, che può talvolta sfociare nella paura per la propria incolumità e per la tutela del paziente stesso.

In che modo è possibile uscire da tali situazioni, interrompendo questi comportamenti aggressivi? Vediamo insieme alcuni suggerimenti:

  • innanzitutto risulta essere fondamentale empatizzare con il paziente che, se si comporta aggressivamente, non sta facendo altro che comunicarci un suo disagio, forse si sente costretto e limitato dal setting;
  • non farsi coinvolgere dalla paura e dallo smarrimento che si può provare, altrimenti la relazione potrebbe essere fallimentare;
  • chiedere aiuto e sostegno all’equipe, questo non deve creare un pensiero di incapacità ma di cooperazione al fine di essere più efficaci;
  • in fine, è sempre utile non cedere alle provocazioni del paziente e definire bene gli spazi.

Tutto ciò permette di creare una relazione emotivamente coinvolgente e di conseguenza, nel tempo, si osserverà una riduzione degli episodi aggressivi di non facile gestione.